venerdì 4 febbraio 2011

Birke Baehr: Cosa non va nel nostro sistema alimentare

Oggi parliamo del nostro sistema alimentare e di cosa in esso non va.
Prima di tutto, bisognerebbe dire, che ci sarebbe da sorprendersi di quanto facilmente i bambini siano portati a credere a tutta la commercializzazione e alla pubblicità in TV, nelle scuole pubbliche e più o meno in qualunque altro posto si guardi.
Sembrerebbe che le corporazioni cerchino sempre di convincere i bambini a convincere i loro genitori a comprare cose hce non sono affatto buone né per loro stessi né per il pianeta. Sopratutto i bambini piccoli sono attratti dalle confezioni colorate e dai giocattoli di plastica. Devo ammetterlo ero uno di loro anch'io da piccolo.
Si pensa anche che tutto il nostro cibo arrivi da queste piccole fattorie felici, dove i maiali si rotolano nel fango e le mucche pascolano tutto il giorno per i prati. Quello che si sarebbe scoperto é che tutto questo non é vero. Alcuni curiosi hanno iniziato a esaminare questa roba su Internet, sui libri e sui documentari, nei viaggi con le loro famiglie. Hanno scoperto il lato oscuro del sistema alimentare industrializzato.

Primo, ci sono i semi e gli organismi geneticamente manipolati. Ovvero un seme manipolato in laboratorio per fare qualcosa che non era voluto dalla natura - come prendere il DNA di un pesce e metterlo nel DNA di un pomodoro - bleah.
Senza fraintendimenti, il pesce e i pomodori sono buoni, ma questo é orripilante. Poi i semi vengono piantati, poi crescono. É stato provato che il cibo che producono causa cancro e altri problemi agli animali da laboratorio. E le persone mangiano cibo prodotto in questo modo dagli anni novanta. E molta gente non sa nemmeno che esistono. Sapete che tutti i topi nutriti con cereali geneticamente modificati hanno sviluppato segni di tossicità in fegato e reni? Ciò include infiammazione ai reni e lesioni e aumento del volume dei reni.
Tuttora, quasi tutti i cereali che mangiamo sono in qualche modo geneticamente modificati. E lasciatemelo dire, i cereali sono in tutto.
E non nominiamo nemmeno le operazioni di alimentazione animale limitata, chiamate CAFO's. Gli agricoltori tradizionali usano fertilizzanti chimici fatti da combustibili fossili che mischiano col terriccio per far crescere le piante. Lo fanno perché hanno spogliato il suolo di tutti i nutrienti facendo crescere di continuo la stessa produzione. Poi, su frutta e verdura spruzzano prodotti chimici più dannosi, come pesticidi ed erbicidi, per uccidere erbacce e insetti. Quando piove, questi prodotti chimici filtrano nel terreno, o se ne vanno nei nostri acquedotti, avvelenando anche la nostra acqua. Poi irradiano il nostro cibo, provando a farlo durare di più, in modo che possa viaggiare per migliaia di chilometri, da dove viene coltivato ai supermercati.
Così ci sarebbe da chiedersi: Come si potrebbe cambiare? Come si potrebbero cambiare queste cose? Ecco cosa avrebbero scoperto.
Avrebbero scoperto che c'è un movimento per un mondo migliore. Tempo fa, un ragazzo volendo essere un giocatore di football dell' NFL avrebbe deciso che preferiva essere un agricoltore organico, avendo così un più grande impatto sul mondo. Joel Salatin, lo chiamano agricoltore pazzo, perché coltiva le piante contro il sistema. Dato che questo ragazzo veniva istruito a casa, un giorno andò a sentirlo parlare. Questo agricoltore pazzo, non usa nessun pesticida, erbicida, o seme geneticamente modificato. Ecco perché il sistema lo chiama pazzo. Voglio che sappiate che noi tutti possiamo fare la differenza, facendo scelte diverse, comprando il cibo direttamente dagli agricoltori locali, o vicini che conosciamo da sempre. Alcune persone dicono che il cibo organico o locale costa di più, ma é vero? Con tutte queste cose che abbiamo imparato sul sistema alimentare, ci sembra che o paghiamo l'agricoltore, o paghiamo l'ospedale. Ci sono agricoltori, la fuori come Bill Keener nella Sequachie Cove Farm in Tennessee, le cui mucche mangiano erba e i cui maiali si rotolano nel fango, proprio come si pensava all'inizio. Quindi ogni volta che si entra in un supermercato non bisognerebbe dimenticare di pensare locale, scegliere organico, conoscere agricoltori e il nostro cibo.

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